Studio Medico Dr. Renato Ariano

Specialista in allergologia e pneumologia

Bordighera - Sanremo - Imperia

+39 0184 263237

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Visite e Test Diagnostici

Al fine di poter individuare gli allergeni e i rimedi per un soggetto che soffre di allergie presso il nostro studio possono essere effettuati numerosi test diagnostici seguiti da scupolose indagini nonchè da attente valutazioni sulle migliori terapie da seguire.

Principali visite e test diagnostici:

  • Visita pneumologica con valutazione spirometrica ed elettrocardiografica.
  • Visita allergologica con test per rinite, asma e orticaria.
  • Diagnosi di orticaria cronica spontanea di origine autoimmune (test autologo).
  • Test dell’Ossido Nitrico esalato per diagnosi e monitoraggio asma bronchiale (esame non invasivo utile anche negli sportivi e nei bambini).
  • Visita allergologica con test per allergie e intolleranze alimentari.
  • Visita allergologica con test per farmaci.
  • Visita allergologica con test per insetti (api, vespe, zanzare).
  • Visite allergologiche e prick test per allergie da inalanti.
  • Skin prick test (SPT).
  • Test di tolleranza al lattosio – Breath test al lattosio e lattulosio.
  • Test intolleranze alimentari con prick by prick – diete personalizzate.
  • Test allergologici cutanei, come prick test e patch test.
  • Rinoscopia anteriore.
  • Citologia nasale.
  • Utilizzo dei test diagnostici più specifici e innovativi (prick test personalizzati e prove di stimolazione nasale specifica con rinomanometro).
  • Allestimento di test per allergeni particolari.
  • Spirometria di base, curva flusso-volume, spirometria con test di broncodilatazione farmacologica.
  • Alex test – Diagnostica molecolare con i test più aggiornati (indaga 282 allergeni in contemporanea con poche gocce di sangue).
  • Esame del sangue IgE specifico.

Test diagnostica molecolare in allergologia

La diagnostica molecolare è in grado di riconoscere l’esistenza di una molecola specifica solo per un target specifico (polline o di alimento) che provoca in genere un’allergia grave oppure se una molecola specifica, che crea allergia, è presente in altri tipi di polline o alimenti e quindi determinare una reazione allergica in genere più lieve.

Negli ultimi anni sono stati caratterizzati a livello molecolare 1785 allergeni. Il processo d’identificazione e caratterizzazione delle fonti allergeniche ha portato alla produzione e commercializzazione di allergeni naturali purificati o prodotti con tecnologia del DNA ricombinante. In tal modo la produzione dei reagenti, base della diagnostica allergologica, può essere standardizzata e quantificata (peso in grammi), rendendo possibile generare grandi quantità di allergeni e introdurre mutazioni specifiche per creare ipoallergeni e contrastare gli effetti allergici nei pazienti.

Le molecole ricombinanti hanno una sensibilità superiore al 70% nel mimare la fonte allergica, sensibilità che cresce proporzionalmente all’impiego della combinazione del maggior numero di proteine allergeniche provenienti dalla stessa fonte allergenica.

Il test è anche utile per la diagnostica delle allergie alimentari anche se la sua interpretazione va sempre correlata con la clinica e sovente non è facile l’individuazione degli allergeni; per questi motivi il ricorso ad un specialista molto esperto nel settore diventa di massima importanza.

Alex Allergy Explorer: la nuova frontiera per la diagnosi delle allergie

Per la prima volta nella storia dell’allergologia, possono essere testati 282 differenti allergeni, inalanti e alimentari, in singolo chip con poche gocce di sangue. Alex è un test assolutamente indicato nei pazienti con allergie da:

  1. inalanti
  2. da alimenti
  3. da insetti
  4. in forme di orticaria complessa
  5. a genesi sconosciuta.

Quando è consigliato il Test Alex?

  • In caso di sintomi riferibili ad una allergia come rinite, congiuntivite, asma, orticaria, eczema, reazioni ad alimenti anche con diarrea e dolori addominali, ad insetti o al latex.
  • Quando più sintomi si associano allo stesso tempo e sono causati da diversi fattori scatenanti.
  • Nel caso di diete di restrizione senza successo e si cerchi di evitare l’esposizione agli allergeni senza riuscire a stare meglio.
  • Se in una famiglia ci sono altri che soffrono di allergia. In caso di IgE totali o eosinofili elevati.
  • Per decidere di fare un vaccino per l’allergia.
  • Per fare uno screening periodico per la diagnosi precoce.
  • Nel caso di dubbio di intolleranze.

La refertazione del test è personalizzata ed effettuata dallo specialista allergologo dr. Renato Ariano.

Scarica brochure informativa Alex test

 

Intolleranza al lattosio e diagnosi: H2-Breath Test, gold standard per la diagnosi dell’intolleranza al lattosio.

Questo esame è il miglior mezzo, non invasivo ed economico, per indagare la capacità di digerire il lattosio. Numerosi studi dimostrano che questo tipo di test possiede una buona sensibilità (circa 77,5%) ed un’eccellente specificità (circa 97,6%). Con il Breath test si valuta la presenza di idrogeno nel respiro del paziente effettuando una serie di misurazionisecondo un metodo ampiamente testato ed approvato dalla comunità scientifica. In caso di malassorbimento del lattosio, dopo l’assunzione di quest’ultimo, dovuto alla mancanza dell’enzima che deve metabolizzarlo (la lattasi) per motivi genetici o a causa di fattori esterni, nell’intestino si verificano processi di fermentazione con la produzione di alcuni gas tra cui l’idrogeno. Quest’ultimo viene assorbito nel circolo sanguigno ed eliminato attraverso i polmoni con il respiro.

Quando è consigliato il Breath Test?

  • quando il soggetto soffre di flatulenza
  • quando sono frequenti i crampi addominali
  • in caso di fenomeni di diarrea dopo aver mangiato.

Esecuzione del test

L’esame non è invasivo, basato sul respiro e si svolge in una mattinata dalle 9,00 alle 12,00.

Il metodo consiste nel far soffiare il paziente in un beccuccio posizionato su un apposito strumento, chiamato gas-cromatografo; oppure facendo riempire al paziente, sempre espirando, una sacca apposita collegata allo strumento di misura. Il test inizia con la registrazione del valore al tempo zero, ovvero registrando la quantità di idrogeno espirata prima dell’assunzione di lattosio (chiamato valore basale).

Successivamente, il paziente deve assumere uno specifico quantitativo di lattosio (da 20g a 50g per gli adulti; nei bambini circa 15g, 1g per kg) e soffiare nuovamente per le 4 ore successive ad intervalli regolari di 30 minuti. Lo strumento analizzerà la composizione del respiro per verificare se è stato prodotto e in quale misura idrogeno (H2). Un incremento della produzione di questo gas maggiore di 20 parti per milione (p.p.m.) rispetto al valore basale, indica che il soggetto è intollerante al lattosio stesso.

Regole da seguire per la corretta eseguzione del test

  • non assunzione di antibiotici nei 15-30 giorni prima dell’esame;
  • non assunzione di lassativi e fermenti lattici nei 7-15 giorni prima dell’esame;
  • il giorno prima dell’esame non si devono mangiare zucchero di canna, corn-flakes, derivati del mais in genere, noccioline, piselli, cibi ricchi di fibre;
  • digiuno da almeno 8 ore (si può assumere acqua naturale non gassata);
  • durante l’effettuazione del test si potrà assumere solo una piccola quantità (circa mezzo bicchiere) di acqua naturale non gassata.
  • la mattina stessa del test lavare bene i denti;
  • bisogna essere svegli da almeno 2 ore, non aver fatto sforzi nella mezz’ora prima dell’esame;
  • evitare di fumare nelle ore e nei minuti precedenti il test (cioè fin dalla mezzanotte precedente), poiché il fumo altera la composizione gassosa del respiro riducendo l’attendibilità del test;
  • durante il test rimanere seduti (non fare attività fisica);
  • è consigliato rimandare l’esecuzione del Breath Test in presenza di diarrea importante e di patologie intestinali acute, come salmonellosi e gastro-enteriti vitali; analogo discorso in caso di recente sottoposizione (meno di 30 giorni) a procedure diagnostiche come la colonscopia.

Dieta consigliata il giorno prima del test:

  • per colazione – The, caffè o caffè d’orzo zuccherati, fette biscottate o pane o biscotti secchi;
  • per pranzo – pasta o riso conditi con olio oppure pastina in brodo vegetale oppure carne o pesce ai ferri conditi con olio;
  • per merenda – The, caffè o caffè d’orzo zuccherati, fette biscottate o pane o biscotti secchi;
  • per cena – riso condito con olio, uova, carne o pesce ai ferri conditi con olio.
  • bevande – acqua naturale o minerale non gassata, the o caffè o caffè d’orzo zuccherati.

Evitare, nelle 24 ore precedenti l’esame, il latte ed i latticini di origine animale ma anche tutti i prodotti alimentari che possono contenere lattosio come additivo: panini al latte e prodotti da forno, biscotti, pizze dolci, crostate, plum-cake, dolcetti, merendine, cioccolato, nutella, gelati, creme, budini condimenti e salse varie, salumi ed insaccati.

N.B. È possibile aggiungere alla pasta o al riso un cucchiaino di parmigiano reggiano o grana padano, che non contengono lattosio.

L’H2-Breath Test può dare origine a falsi negativi, dovuti all’incapacità della flora batterica di produrre H2 dopo ingestione di carboidrati non assorbibili o dopo un recente uso di antibiotici, oppure per non aver seguito le indicazioni prima del test. Falsi positivi sono meno frequenti e possono essere legati alla presenza di una sovracrescita batterica nel tenue.

Infine, è importante sottolineare che non tutti i pazienti con malassorbimento del lattosio presentano i sintomi dell’intolleranza durante l’esecuzione del test. Per diagnosticare un’intolleranza al lattosio è necessaria la presenza dei sintomi di intolleranza al lattosio durante il test, i quali generalmente si protraggono anche nelle ore successive.

È possibile eseguire il breath test anche con la somministrazione di altri zuccheri (tra cui lattulosio, sorbitolo, glucosio, ecc) per valutare la presenza di altre condizioni, ad esempio per la sindrome da sovracrescita batterica nell’intestino tenue (SIBO, Small IntestinalBacterialOvergrowth) oppure per la ricerca dell’Helicobacter pylori.

Una volta eseguito il test al soggetto sarà concordata con l’interessato una visita specialistica per valutare i risultati ed eventualmente intraprendere la giusta terapia e dieta.

Prick Tests e Test Prick by Prick: test cutanei usati per l’individuazione di allergeni specifici.

I Prick Tests è un esame diagnostico atto a individuare le cause di un’allergia sia essa di tipo alimentare sia respiratoria.

Il test si effettua pungendo o incidendo leggermente la cute dell’avambraccio del paziente applicando una goccia di allergene sulla cute. Se il test dà esito positivo, nel giro di poco tempo compare un piccolo rigonfiamento pruriginoso evidenziando a quale tipo di allergene il soggetto reagisce.

Il test è innocuo e può essere effettuato a qualunque età e in qualsiasi periodo dell’anno

L’interpretazione dei test richiede esperienza e competenza: i risultati ottenuti, infatti, vanno sempre correlati ai sintomi e all’anamnesi del paziente. Potenzialmente sono induttori di reazioni sincroniche. Lo specialista, durante l’esecuzione di tali esami nonostante la limitata pericolosità, deve tenere a portata di mano un kit d’emergenza.

Il prick test, se ripetuto più volte con lo stesso allergene, può determinare a sua volta sensibilizzazione. Il prick by prick è usato solo per le allergie alimentari; in questa metodica la lancetta utilizzata per scarificare la cute del paziente è prima inserita nell’alimento che si vuole testare (frutta o verdura).

Dosaggio delle IgE specifiche (PRIST e RAST)

Prist e Rast test sono esami del sangue che servono a determinare se un paziente è allergico a specifiche sostanze. I test consistono in un semplice prelievo del sangua dall’avambraccio e su questo campione viene analizzata l’attività degli anticorpi a uno specifico allergene.

Minime regole da seguire per la corretta eseguzione del test

  • non è necessaria alcuna specifica preparazione, dieta o digiuno
  • anche alcune contestuali terapie possono non essere problematiche per effettuare il test.

Differenze tra i test

  • Il PRIST (Paper Radio ImmunoSorbent Test o test di radio-immuno-assorbimento su carta) dosa le IgE totali. Il RAST (Radio AllergoSorbent Test, test di radio-allergo-assorbimento) dosa le IgE specifiche.
  • Il RAST è meno sensibile, ma è più specifico del test cutaneo, oggi poi le nuove tecniche laboratoristiche come il CAP Sistem FEIA o UniCAP, ne hanno elevato la sensibilità e la praticità d’uso.

Test di secondo livello

Dieta di eliminazione

Una volta fatta la diagnosi, la dieta di eliminazione è un passo naturale ed ovvio, tuttavia, quando la diagnosi non è ancora sicura, la dieta può diventare un elemento diagnostico anch’esso. Si elimineranno in una sorta di contrattazione ragionevole, tutti quegli alimenti sospetti o potenzialmente inducenti sintomi, come i pomodori o le fragole, facilmente stimolanti la liberazione di istamina.

In mancanza di un chiaro rapporto di causa effetto, l’eliminazione di tutti quegli alimenti che sovente sono i più in causa nelle allergie alimentari, determina una sorta di Dieta Depurativa che ha lo scopo, non solo di escludere cibi a rischio, ma anche quello di indurre una maggiore attenzione del paziente medesimo a ciò che introduce in corpo.

Gli alimenti sospetti sono sempre i medesimi: latte, uova, arachidi, pesce, soja, frumento, frutti di mare, noci e nocciole. Come criterio generale di valutazione si possono differenziare le reazioni IgE mediate da quelle non IgE mediate. Le prime sono classicamente rapide nell’esordio mentre le seconde richiedono alcune ore se non giorni per manifestarsi, dopo l’ingestione del cibo responsabile.

Procedure e tempi La procedura è la seguente: se con la dieta d’eliminazione, nel giro di 15 – 20 giorni, sono stati raggiunti risultati migliorativi, con riduzione o addirittura scomparsa della sintomatologia si potranno reintrodurre nella dieta altri alimenti. Questi saranno reintrodotti uno per volta, con un’intervallo di 48 ore tra una nuova introduzione e l’ultima, al fine di non confondere il quadro con eventuali sovrapposizioni. Lo scopo della dieta di reintroduzione è quello di portare all’identificazione dell’alimento responsabile della sintomatologia principale. Per questo è fondamentale la collaborazione del paziente, il quale deve compilare un diario clinico giornaliero fornitogli dallo specialista.

Test di provocazione orale

Questo test è utilizzato per confermare la diagnosi d’allergia alimentare ad un alimento. E’ eseguito sotto controllo medico. Consiste nella somministrazione del cibo sospetto per via orale in modo graduale; con una valutazione attenta degli eventuali sintomi. In caso di comparsa di questi sintomi si deve sospendere la somministrazione ed eventualmente si somministrano farmaci sintomatici.

I tests di provocazione devono essere preceduti da un breve periodo d’eliminazione del cibo sospettato. Il paziente deve sospendere farmaci che possono interferire. Il test va condotto in ambiente ospedaliero. Il paziente deve essere provvisto di un accesso venoso per un’eventuale tempestiva somministrazione di farmaci d’emergenza in caso di shock indotto.

Per garanzia di certezza del test occorre condurlo con la metodica del doppio cieco (ovvero né il paziente né il medico devono conoscere qual è il campione con il cibo incriminato) In alcuni casi è sufficiente il singolo cieco, in cui solo il paziente non conosce qual è il campione con il cibo incriminato e qual è il placebo. Le prove da scatenamento non vanno fatte se vi è già stata una reazione anafilattica con quel cibo o quando i test già effettuati permettono una diagnosi.

Diagnosi delle intolleranze alimentari

Per le intolleranze alimentari invece non sono disponibili test attendibili. I cosiddetti test “alternativi”: Kinesiologia applicata (DRIA test e simili), Test di citotossicità (Cytotoxic test o test di Bryan o ALCAT, ecc.), Test EAV (elettroagopuntura secondo Voll, Vega test, Sarm test, Biostrength test e loro varianti), Test di provocazione/neutralizzazione, Test di provocazione/ neutralizzazione sublinguale, Biorisonanza, Analisi del capello, Pulse test, Test del riflesso cardiaco-auricolare, Test Melisa, Mineralogramma, Iridologia, test Bioenergetico dei Virus e Batteri e simili non sono attendibili in quanto non sono in grado di individuare agenti causali di presunte “intolleranze alimentari”, sono privi di validazione scientifica e non sono riproducibili.

Inutile e scientificamente infondata è anche la ricerca d’anticorpi della classe IgG specifici per alimenti. I test citati, oltre a non fornire informazioni utili dal punto di vista sanitario, sono costosi e possono condurre i pazienti ad intraprendere diete inutili o addirittura dannose.

Test alternativi

L’analisi della letteratura scientifica riguardante questi test proposti dalla Medicina Alternativa, per la diagnostica allergologica delle allergie ed intolleranze alimentari, mostra che la maggioranza di questi test ha decenni di vita e che hanno già ricevuto un risposta negativa, riguardo alla loro attendibilità, già da parecchi anni. Inoltre il razionale alla base dell’origine di questi test non ha stabili basi scientifiche. Affidarsi a tests non validati e non riproducibili pone i pazienti che si affidano a loro al rischio di diagnosi erronee e pericolose per le conseguenze terapeutiche che da loro derivano.